Noi donne italiane, si sa, abbiamo una marcia in più: la cucina! Ovunque andiamo riusciamo a riprodurre i nostri piatti preferiti dell’infanzia in modo quasi sempre egregio e nonostante la mancanza degli ingredienti. Questo è un nostro super potere, lo dobbiamo ammettere. Via web, come ormai capita, ho conoscito Caterina, viaggiatrice instancabile al momento approdata a Houston. A lei è capitato il contrario: un suo “confort food” che ha dovuto abbandonare all’estero ma subito se ne è creato uno nuovo che nulla ha da invidiare a quello passato! Ecco la sua storia.
“La donna è mobile”, canta il Duca di Mantova, nel Rigoletto di Verdi, e io penso di essere proprio una…”piuma al vento”.
Ho sempre sostenuto, negli anni, di avere una grande amore culinario che non avrei mai tradito: la mia tazzona di latte caldo e caffè. In vita mia, non ricordo di aver mai saltato una colazione, anche nelle uscite di casa più mattiniere, e non ricordo di avere mai sostituito la mia amatissima tazzona di latte con niente altro. Latte caldo, ma non troppo, una goccia di caffè tanto per macchiarlo di marroncino dorato e due fette di pane ai 6 cereali con un velo di mermellata rossa o, ancor meglio, marmellata di arance fatta in casa aromatizzata allo zenzero, una goduria. Per me questa colazione era il modo migliore di iniziare la giornata. Non solo quelle con il sole splendente e gli uccellini che cantano, nooo! troppo bello e facile, anche quelle in cui ti svegli, scosti un po’ le tende dalla finestra e fuori vedi un cielo grigio e una pioggerellina leggera leggera ma fitta e tu sai che da lì a qualche minuto dovrai esservi in mezzo. Ognuno ha la sua coperta di Linus a regalare felicità, io avevo la mia tazzone di latte.
Avrete capito che sono una tipa molto fedele agli amori. Forse perchè sono anche un’abitudinaria, voi che dite? 😉
Senonchè, lo scorso anno sono arrivata negli States con il mio amatissimo compagno di avventure AlessandroB e ho dovuto necessariamente rivedere gli ingredienti dei miei pasti, per evitare il rotolamento da sovrappeso entro l’estate successiva. Troppi zuccheri, ovunque, e non solo nel pane e nelle marmellate, ma anche in cibi che non sospettereste mai, alimenti OGM e latte e latticini ricchi di ormoni. Sulla bontà caffè, poi, stendiamo un velo pietoso. Si rendeva, pertanto, più che necessario operare un cambiamento drastico nella mia alimentazione. E così è stato.
A questo punto della storia comprenderete facilmente come l’unica cosa che io abbia pianto a lungo, prima di lanciarmi nel mio nuovo, e più salutare, regime alimentare, sia stata proprio la mia tazzona di latte.
Ma stamani, per la prima volta, è successa una cosa strana.
Stavo facendo colazione, come sempre ancora sonnecchiante, e meccanicamente portavo alla bocca, uno dietro l’altro, i cucchiai del mio porridge americano alla cannella, mandorle e noci, quando ho avuto un flash di memoria…la mia vecchia colazione, la mia amatissima tazzona di latte caldo e caffè. Dov’era finita?
Mi sembrava così lontana, come se appartenesse ad un’altra vita e ad un’altra Caterina…ma ciò che maggiormente mi ha stupito è che non ne sentivo affatto la mancanza, anzi! Guardavo quella ciotola colma di avena e mandorle e mi sembrava pure più goduriosa della mia vecchia tazzona di latte. L’aggiunta di semi di chia gli aveva conferito un aspetto un po’ budinoso e il cioccolato ne faceva un dolce di tutto rispetto. Era come se fossi leggittimata, in quanto sana, a mangiare quella leccornia senza alcun senso di colpa.
Ma come avrò fatto a starne senza così a lungo?
Duca di Mantova, tu canti che la donna è mobile, è vero, e io sarò certamente una piuma al vento, ma tu sappi che nessun amore è per sempre! Manco una tazzona di latte.
Porridge a colazione di Caterina
Ingredienti per 1 persona:
(ma avrete la sensazione che sarà per un esercito di marines affamati)
- ½ Cup ( 2 cucchiai da minestra) di fiocchi di avena
- ¼ Cup ( 1 cucchiaio da minestra) di semi di chia
- ¼ Cup di frutta secca
- ¼ Cup di cioccolato in polvere
- 1 Cucchiaino da caffè di dolcificante o zucchero
- 2 cup di acqua ( un bicchere da acqua) per cottura avena.
- 1 Cup (4 cucchiai da minestra) di frutta fresca
- Cannella a piacere.
Ho trovato la ricetta su un sito americano dove le unità di misura erano in cup. Io, per comodità, le prime volte ho utilizzato i misurini in cup ma ben presto ho imparato a misurare tutti gli ingredienti…ad occhio, l’unità di misura più amata dalle donne del mondo! 😉
Procedimento:
La sera prima, mettete a bagno in acqua ½ cup di fiocchi di avena, se preferite come me, quelli non pre-cotti. L’acqua deve solo bagnare i fiocchi, non sommergerli, per evitare che la mattina dopo l’effetto sia troppo…inzupposo, per dirla alla Banderas!
Sempre la sera precedente, mettete ¼ cup di semi di chia e ¼ cup tra mandorle e gherigli di noce in una ciotola, questi, sì ricoperti di acqua, 1 dito oltre il loro livello, cosicchè il giorno dopo possiate trovarli raddoppiati di volume, tutto per il vostro piacere.
La mattina seguente, in un pentolino, meglio se antiaderente, versate 1 cup di acqua, o due, dipenderà dai vostri gusti, se il porridge lo preferirete più liquido o meno. Versate, poi, i fiocchi di avena e aggiungete, infine, ¼ cup di cioccolato in polvere, se amaro zuccheratelo leggermente – personalmente uso Stevia, un dolcificante naturale a base di betulla – e portate ad ebollizione. Dopo un paio di minuti di cottura versate il tutto nella ciotola dove vi sono i semi di chia e la frutta secca. Io, poichè ancora non contenta da tutta questa goduria, aggiungo pure della frutta a pezzettoni, ananas o fragole sono le mie scelte, e una spolverata di cannella.
Buona colazione a tutti!
VARIANTI:
- Nel caso non abbiate problemi di linea potreste sostituire l’acqua con il latte, oppure se intolleranti, con quello di mandorle o riso; però in questo caso dovreste far cuocere l’avena prima in acqua e poi aggiungere i latte vegetali.
- Ancora, potreste sostituire l’avena classica con quella a cottura istantanea. In questo caso non è più necessario l’ammollo notturno, ma attenzione! Ve la consiglio solo con l’opzione latte vaccino poichè i latti vegetali, se cotti, diventano facilmente formaggio.
Caterina, Houston.
Se volete seguire le sue avventure, la potete trovare nel blog :”What’s Happening, Cate?” dove tratta della vita di Cate, a zonzo per il mondo, e di come lei stia imparando, da perfetta ignorante in materia, grazie alle “lezioni” di M. Agatha, sua amica fiorentina, a costruire il perfetto guardaroba nonché a conoscere la sua forma del corpo e i suoi colori armocromatici 😉
Adoro il porridge! Anzi addirittura quando torno in italia dopo un po’ che non lo mangio, ne sento la mancanza e nonostante mio papa’ mi prenda in giro chiamandolo “cibo per uccelli” io me lo gusto e mi diverto a provare contiuamente nuovi abbinamenti!! 🙂
Io penso che se non ti si presenta la necessità le cose anche se buone e davanti ai tuoi occhi non le apprezzi.
Durante i miei anni universitari – grazie a Firenze, città adorata dagli stranieri – avrò convissuto con almeno 5 ragazze londinesi e tutte, of course, innamorate dei loro porridge. Ricordo, come se fosse oggi, queste loro scodelle piene di avena, frutta tagliata a pezzetti, latte e non so che altro. Non ho mai voluto neppure assaggiarli quei…papponi. E poi io avevo la mia adorata tazzona di latte!
E’ stata solo la necessità americana a spingermi verso altri lidi…perciò sapete che dico? Meno male che a volte ci sono le necessità 😉 ti costringono a scoprire nuovi orizzonti, fossero anche solo quelli culinari.
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